Le nuove linee guida per l’applicazione della legge 40
Le nuove linee guida per l’applicazione della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita sono il frutto di un lavoro rigoroso, con due precisi obiettivi: la piena e corretta applicazione della legge 40 e la trasmissione di indicazioni puntuali agli operatori sanitari sulla questione della diagnosi preimpianto.Con il decreto, da me firmato l’11 aprile scorso e pubblicato sulla Gazzetta di ieri, abbiamo centrato questi obiettivi. Ma non solo. Con queste nuove linee guida, recependo appieno i suggerimenti del Consiglio superiore di sanità, siamo venuti anche incontro alle esigenze dei cittadini con tre indicazioni innovative. Intanto abbiamo riconosciuto lo stato di infertilità, e quindi la possibilità di accedere alle tecniche di fecondazione assistita, alle coppie in cui l’uomo è sieropositivo ai virus di malattie sessualmente trasmissibili, come l’Hiv o le epatiti B e C. Queste coppie, se lo vorranno, potranno ora avere un figlio senza il rischio di provocare infezioni nella madre e nel nascituro. E poi, raccogliendo una forte domanda di assistenza da parte delle coppie, abbiamo stabilito che ogni centro dovrà attrezzarsi per garantire adeguato sostegno psicologico durante tutto il percorso assistenziale. Soprattutto nelle eventualità di un fallimento dell’inseminazione artificiale.Ma è certo che la parte più significativa delle nuove linee guida è quella con la quale abbiamo cercato di dare una risposta a quanti, operatori e cittadini, richiedevano chiarezza sulla possibilità di effettuare la diagnosi preimpianto. In proposito abbiamo chiarito che le linee guida, in quanto tali, non possono prevedere divieti che non siano già contemplati nella legge stessa. Per questo il nuovo testo non contempla più la limitazione alla sola diagnosi osservazionale, mantenendo comunque il divieto di qualsiasi diagnosi a fini eugenetici così come previsto dall’articolo 13 della legge 40. Una scelta in assoluta coerenza con l’evoluzione dell’ordinamento, testimoniata da diversi pronunciamenti della magistratura, sia ordinaria che amministrativa, ed in particolare quello del Tar del Lazio con il quale è stata annullata la parte delle precedenti linee guida in cui si limitavano le indagini sullo stato di salute dell’embrione a quelle di tipo osservazionale. So che su questo tema ci sono state e ci saranno polemiche e diverse interpretazioni. Il mio decreto si muove su una linea di assoluto rigore legislativo. Sia nel merito che nella procedura istituzionale seguita. Ma voglio però sottolineare che è forse giunto il momento di avere maggiore serenità e fiducia nei confronti della comunità scientifica e degli operatori. E’ a loro che dobbiamo affidare l’approfondimento necessario sulla complessità dei temi relativi all’accuratezza e affidabilità delle indagini diagnostiche genetiche nell’ambito della procreazione assistita e nella medicina prenatale. Sono infatti convinta che solo una responsabile autonomia della comunità scientifica possa valutare, caso per caso, le soluzioni e i percorsi diagnostici, clinici e terapeutici più idonei per garantire il pieno rispetto dei principi costituzionali del diritto alla salute, della dignità della persona e della tutela della vita. E ciò anche nel caso della procreazione medicalmente assistita.Così come penso sia un bene proseguire nel lavoro che abbiamo avviato in questi ultimi due anni per la piena applicazione di un altro aspetto molto importante della legge 40, di cui si è sempre parlato troppo poco. Mi riferisco alle norme per la prevenzione delle cause di sterilità e infecondità, per la quale abbiamo finanziato specifici progetti di ricerca, sia dell’Istituto di Sanità che di altri enti. Studi e ricerche che avranno come scopo la prevenzione e l’analisi delle cause dell’infertilità ma anche la promozione di maggiore consapevolezza tra i giovani sulla loro salute riproduttiva e tanti altri specifici aspetti del problema. C’è poi un ultimo punto sul quale ritengo importante che prosegua l’impegno delle istituzioni, come ci è stato suggerito dallo stesso Consiglio superiore di sanità. Mi riferisco alla garanzia di equità nell’accesso ai trattamenti di procreazione assistita su tutto il territorio nazionale. E questo sia in termini di competenza professionale che di efficienza organizzativa e sicurezza nell’erogazione delle prestazioni. Un’altra sfida, che lascio in eredità a chi mi sostituirà, per una piena applicazione di questa legge, che presenta ancora oggi troppe disparità nell’accesso e nella qualità dei trattamenti con una forte migrazione delle coppie da una regione e all’altra del Paese. Livia Turco
Commenti
Commento da birillo67
Data: 4 Maggio 2008, 00:16
VERGOGNA! Firma le linee guida l’ultmo giorno di campagna elettorale e le rende pubbliche pochi giorni prima essere destituita in favore del nuovo governo. La cosa è già singolare di per sè, ma le evidenti distorsioni rispetto alle indicazioni ricevute dal referendum rendono questo un atto di una scorrettezza inaudita. Ero già indeciso se votare PD per la presenza di personaggi come lei, ora sono più che mai convinto che finchè Livia Turco sarà nel PD io non lo voterò! SI VERGOGNI!
Commento da dimartinomartina
Data: 5 Maggio 2008, 20:23
grazie Livia,finalmente anche in Italia un pò di modernità. sono una studentessa specializzanda in bioetica e aspettavo da tempo un intervento come il suo, intelligente e proiettato verso il futuro. Abbiamo bisogno di cervelli come il suo, liberi da oscurantismo e impegnato per la salute delle persone che ci sono e che ci saranno.
Da donna non posso altro che ringraziarla ancora, con la speranza che questo non venga annientato dal “nuovo” governo.
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Commento da valentina
Data: 2 Maggio 2008, 00:37
Io resto ogni volta sbigottita, amareggiata e umiliata all’idea che una donna possa essere capace di tali manipolazioni… soprattutto una donna che dovrebbe rappresentarci. Sono oltremodo avvilita, provo pena e vergona per lei. Davvero pensa che ci “beviamo” le sue ipocrisie? Non ho nulla da aggiungere da un punto di vista politico, perchè non avrebbe senso, il gesto si commenta da solo, ma da un punto di vista umano le auguro di tornare presto ad essere una donna, sperando che abbia già un minimo d’esperienza in merito!