Sulla sicurezza basta col relativismo legale
Il decreto è solo un anticipo del pacchetto complessivo per la sicurezza: da destra solo propaganda indegna a noi serve una svolta culturale. Certezza della pena accordi bilaterali con i paesi d’origine coinvolgimento delle comunità: ecco il menù
di Natalia Lombardo
Intervista pubblicata su L’Unità del 2 novembre 2007
“La sicurezza è un valore universale, quotidiano, che va garantito in silenzio agendo giorno per giorno”, e senza steccati ideologici, secondo Livia Turco, Ministra della Sanità che firmò là legge sull’immigrazione con l’attuale Capo dello Stato.
Il governo ha varato il decreto sull’onda dell’emergenza. Come coniugare le misure per garantire sicurezza ai cittadini e l’integrazione in una società multietnica?
“Siamo di fronte a un fatto molto duro, che colpisce e al quale va risposto con strumenti adeguati. Ma il decreto che dà ai prefetti il potere di espulsione non è una novità, semplicemente anticipa il pacchetto sicurezza, ne fa parte. E contiene la risposta giusta, perché l’ottica dell’emergenza fa solo danni e non risolve”.
Cosa risolve, invece?
“Un menu di interventi: la rapidità dei processi, la certezza della pena. Il pacchetto sicurezza inasprisce le pene per chi abusa di minori di 14 anni, rafforza le condanne per gli abusi sessuali e le violenza sulle donne”.
E il decreto che poteri dà?
“Il prefetto può espellere il cittadino comunitario quando delinque”.
Secondo Fini, che ha cavalcato la tragedia attaccando Veltroni, Rutelli e Amato, i cittadini comunitari devono essere espulsi se non hanno un reddito certo.
“Fini strumentalizza un fatto così drammatico con una polemica indecorosa e nociva. E ricordo che la legge sull’immigrazione in vigore è ancora la Bossi-Fini, altrettanto dannosa. Non si tratta di cedere alla paura, facciamo un salto di qualità: finché si resta allo scontro ideologico o sull’emergenza non ne usciamo, ognuno faccia il suo. Sulla sicurezza sì che faccio “l’appello dei volenterosi” per una svolta culturale.
Come si arriva a questa ‘svolta’?
“Con tre punti fermi. Primo: la sicurezza è un valore universale e riguarda anche la dignità e l’integrità della persona. Basta con l’essere di sinistra, di destra o di centro, basta con il relativismo legale”.
Che vuol dire?
“Quando si dice che una persona più debole non va perseguita proprio perché è debole; su questo sbaglia la sinistra. Secondo: la sicurezza è un valore quotidiano, bisogna lavorare in silenzio giorno per giorno, senza tanti annunci. Terzo: un menu ricco di interventi, come gli accordi bilaterali e il coinvolgimento delle comunità straniere. Perché un delitto simile condanna tutti i cittadini rumeni a sentirsi mortificati per il proprio nome”.
Esiste una «ricetta» per garantire la sicurezza?
“No, serve solo più impegno per garantire la casa, il lavoro, la fine della precarietà. Periferie, immigrazione, anche il Pd si deve chiedere cosa fare nel territorio. E serve una svolta culturale nel centrosinistra: non possiamo contrapporci fra chi ritiene un valore la sicurezza, per altri l’integrazione. Le due cose vanno realizzate insieme, la sicurezza non è negoziabile e la convivenza si costruisce”
Il sindaco Veltroni è sotto attacco dalla destra.
“Walter Veltroni è uno straordinario sindaco, l’esperienza di Roma è importante, nella ricerca faticosa del negoziato e del coinvolgimento della persona. La lotta al degrado e il rispetto della legge riguarda tutta la comunità. Nelle città siamo di fronte a processi duri: ho visto a Pietralata (quartiere della prima periferia romana) e l’insofferenza di tanti vecchi “comunisti” verso le baracche dei rumeni. Facciamo meno teatrino, meno politichetta e meno ideologie».
Il governo ha approvato il decreto all’unanimità. Un buon auspicio anche perla Finanziaria?
“L’unanimità era ovvia, il decreto era un anticipo del pacchetto sicurezza. Questo era partito male, con la campagna sui lavavetri portata come una bandiera, ma nel Cdm le convergenze sono state molte più di quelle che sono state rappresentate. Spero che sia un esempio per il centrosinistra”.
Da Ministra della Salute, come affronta i casi come la morte del dodicenne in Calabria per i ritardi nell’intervento?
“Ho fatto aprire un’indagine che sta accertando i fatti. Le cose non sono andate come è stato scritto, in Calabria c’è una sola sala di neurochirurgia che opera un paziente alla volta. Per questo chiediamo alla Regione Calabria di accelerare le azioni riformatrici nella Sanità già avviate. Le risorse ci sono, il governo ha approvato il piano degli ospedali. Insomma, adesso si muovano loro.”
Il governo regge, secondo lei?
“Se uno guarda ai fatti, il governo sta operando bene: la Finanziaria coniuga sviluppo ed equità, è in arrivo l’aumento per le pensioni più basse, le riforme nella sanità, la legge sull’autosufficienza, il pacchetto sicurezza, sono solo gli ultimi provvedimenti. Credo sia giunta l’ora della verità: se si ha interesse a che il governo operi bene, allora si faccia squadra; ma se si vogliono cambiare gli scenari, ci si assuma la responsabilità senza nascondersi dietro gli impiegati precari o nel dire che non si è fatto nulla”.
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