Elly Schlein, Prima donna segretaria del PD
Elly Schlein, prima donna segretaria del PD(e dei partiti costitutivi dell’Ulivo) rappresenta una novità storica. Non solo perché è prima, ma per come è diventata prima.
Ha messo in gioco coraggio ed ambizione personale facendo crescere attorno a sé una comunità con cui ha costruito e condiviso il suo progetto politico. Scommette sulla politica del Noi.
Ha praticato i luoghi della società, non solo nella campagna elettorale ma in tutta la sua storia politica. Intende cimentarsi con le sfide del nostro tempo con gli occhi e lo sguardo di oggi, della sua generazione, questa generazione della precarietà, che coinvolge sia i giovani più poveri e meno istruiti sia i giovani che hanno avuto la possibilità di formarsi e di valorizzare i propri talenti ma li vedono troppe volte sviliti, impediti a realizzare i loro progetti ed a pensare il futuro.
Elly mette in gioco il suo essere donna femminista per un progetto di netto cambiamento della società, ha intercettato un desiderio femminile di “riconoscimento” delle battaglie compiute nel corso degli anni con tanta generosità ed impegno contro la destra che oggi è al governo, battaglie che hanno realizzato le riforme più importanti del nostro paese. Ha intercettato un desiderio femminile di rinnovamento della politica e di riconoscimento da parte della politica, a partire dalla sinistra, dell’autorevolezza delle donne.
Questa incapacità di riconoscere l’autorevolezza femminile è la scoria dura del maschilismo che permane, perché riconoscere l’autorevolezza delle donne significa mettere in discussione se stessi ed il proprio potere. Per capire che non è enfatico parlare di rottura storica basta leggere la storia della nostra Repubblica.
Si scoprirà cosi che le donne del PCI, PDS, DS non furono animate dalla passione politica per diventare segretaria del partito, questo obiettivo non era in cima ai loro pensieri.
La loro passione politica era rivolta a modernizzare il loro paese, a cambiare la politica attraverso la promozione di una vivace politica popolare. E ci riuscirono, insieme alle donne cattoliche e socialiste. Immerse nel e contaminate dal femminismo.
Per evitare una lettura liquidatoria sulla storia delle donne di sinistra, ma anche delle donne cattoliche, che non riuscirono nel traguardo di eleggere nel corso di tanti anni una donna segretaria vale la pena di rammentare una affermazione di Enrico Berlinguer “Rinnovamento della politica, rinnovamento del PCI”, Rinascita del 1981 “Le scelte del partito di massa e la sua azione si riferiscono alla determinata situazione storica e politica del paese, ad una determinata condizione della società, ad un determinato stadio del costume, ad una determinata fase economica, e ad un determinato livello di coscienza del popolo italiano”.
Dunque il traguardo storico di Elly non costituisce una rottura rispetto alla storia delle donne del Centrosinistra, semmai un compimento, reso possibile proprio da quella storia. Dalle battaglie femministe per la libertà delle donne.
La storia ci dice anche che il PCI ebbe una donna segretaria, Camilla Ravera, seppure in condizioni particolari quando si forma l’organizzazione clandestina del partito per combattere il fascismo, nel 1927, e la stessa fu la prima donna senatrice a vita nominata da Sandro Pertini nel 1982.
Giglia Tedesco fu Presidente del PDS e poi dei DS. Adriana Seroni, responsabile dell’organizzazione, la sottoscritta entrò a far parte della mitica segreteria del PCI a 32 anni chiamata da Alessandro Natta.
Le donne della sinistra si batterono per promuovere una LAEDERSHIP DIFFUSA, con tante donne ,a tutti i livelli delle istituzioni. Scontrandosi con il maschilismo e le arretratezze del partito. L’obiettivo e la passione politica erano quelle di costruire un rinnovamento profondo della società a misura di donne e uomini, far contare la forza delle donne, innovare la cultura politica della sinistra.
I fatti e la storia dicono che abbiamo ottenuto risultati importanti, che andrebbero di più studiati e fatti conoscere.
Ci fu un limite in quella storia: amavamo il NOI, vivemmo la bellezza della sorellanza ma non fummo in grado di mettere in gioco l’ambizione personale per misurarci in prima persona con la leadership del partito.
Altrettanto si può dire per le donne cattoliche che insieme a Tina Anselmi ebbero ministre importanti e personalità con un grande ruolo nel partito come Rosa Russo Jervolino che fu Presidente del Partito nel difficile passaggio dalla DC al Partito Popolare durante la segreteria Martinazzoli e poi reggente del partito difronte alle sue dimissioni e prima donna Ministra all’Interno.
Fu importante il ruolo delle donne nella costruzione dell’Ulivo e poi nella nascita del PD. Rosy Bindi ne fu autorevole Presidente.
Credo vada riconosciuto che negli anni del PD, quella storia collettiva delle donne si è affievolita, per non dire interrotta.
Prevalse l’idea che il tetto di cristallo fosse rotto e ciascuna potesse condurre il gioco da sé in alleanza con gli uomini. Ruoli apicali e di Ministre importanti, senza precedenti, ma che mancando il patto tra donne nel partito e con le donne dei movimenti ne hanno vista affievolita l’efficacia.
Ma anche in questi anni difficili le donne del PD e della sinistra ci sono state ,nelle battaglie nel partito e nella società.
Oggi Elly vince con la forza del coraggio individuale e con la forza del Noi. Ci conferma che questa è la strada da seguire per affermare una leadership efficace. Anche a questo proposito la storia ce lo conferma.
Come l’esempio e l’eredità di Tina Anselmi e Nilde Iotti, la rottura storica di Elly segretaria del PD è in realtà il compimento di una lunga storia di lotte e di battaglie.
Un catena generazionale che lei ha riconosciuto nelle sue parole.
Una innovazione profonda che sarà bella ed efficace se saprà, con la nuova generazione di cui Elly è espressione, costruire una nuova politica popolare, per tessere un legame intenso e profondo tra la politica e la vita delle persone.
Livia Turco
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