A Flamigni, da laica, dico che parlare di “Amorevolezza” non è una stupidaggine
Lettera a Quotidiano Sanità del 4 ottobre 2019 in risposta all’articolo del Professor Carlo Flamigni
Gentile Direttore,
vorrei rispondere a quanto scritto dal professor Carlo Flamigni in merito al mio articolo sul diritto all’amorevolezza. La mia riflessione nasce dalla mia esperienza di cittadina laica che si è misurata e si misura con le condizioni di lunga convivenza con la malattia.
Come donna politica che nella vita si è sempre battuta per la libertà di scelta, mi sono impegnata in Parlamento per la legge sul testamento biologico e sono stata autrice della legge 38/2010 sulle cure palliative e la lotta contro il dolore e come Ministra ho promosso provvedimenti concreti come le risorse per gli hospice, i loro standard, la professionalità degli operatori, le cure palliative pediatriche, i comunicatori per i malati di Sla, l’aggiornamento dei Lea.
Mi sento ora impegnata da cittadina a portare avanti queste battaglie perché leggi importanti siano applicate.
E’ proprio questa esperienza umana sul campo che mi fa vedere quanto siano diffuse le situazioni di dolore da lei egregiamente descritte, quante eccellenze vi siano di presa in carico delle persone colpite da tale dolore da parte del nostro sistema sanitario ma quanto siano diffuse le situazioni in cui il servizio sanitario e sociale non arriva o non arriva in modo adeguato.
E di quanto siano diffusi i fenomeni di abbandono e di solitudine. Che colpiscono in particolare i più poveri. Sono una donna di sinistra ed ho a cuore la giustizia sociale. Mi indigna profondamente constatare che la più tragica delle diseguaglianze è anche quella più nascosta e taciuta ed è la diseguaglianza nella fragilità, nella non autosufficenza e nel fine vita.
Se non hai una famiglia con risorse adeguate, se non hai le informazioni adeguate, se sei solo, vivi la tua fragilità e la fase finale della vita in stato di abbandono Questo non lo accetto! Mi indigna! Mi indigna che chi opera nella sanità e nel sociale faccia finta di non vedere o non abbia testa e cuore per vedere queste situazioni di abbandono.
Questa è la questione che ho inteso sollevare. L’ho fatto con il cuore.
Anche perché la parola Amorevolezza che per il professor Flamigni sembra sia una stupidaggine mi è scaturita dalla relazione umana con persone in carne ed ossa che chiedevano uno sguardo amichevole ed un po’ di calore umano.
Livia Turco
Scrivi un commento
Dovete essere connessi per poter inserire un commento.