Il PD e l’ipertrofia dell’io maschile
“L’eleganza della politica” questa è l’eredità che ci hanno lasciato donne come Nilde Iotti e Tina Anselmi.
In questi anni, lasciato il Parlamento, ho scelto di fare politica in modo diverso, dedicandomi a far vivere attraverso la Fondazione Nilde Iotti, insieme ad altre donne_ diverse per generazione, storia e cultura_ quel messaggio tra i giovani. Nelle scuole, parlando delle nostre Madri, della Costituzione, della storia delle donne. In queste occasioni ho constatato che quel messaggio veniva accolto, incuriosiva, coinvolgeva quei giovani che avevo di fronte. Ma anche nei circoli PD, nei centri sociali delle periferie, nelle associazioni di volontariato.
Ieri durante l’assemblea del PD , nel mio cuore sofferente, si sono affacciate Nilde Iotti e Tina Anselmi, ho cercato l’eleganza della politica in quel luogo.
Mi sono chiesta e mi chiedo come può accadere che padri del PD lascino il partito che hanno fatto nascere ed a cui hanno dedicato tante energie, tanta passione e tanta fatica.
La risposta l’ho trovata nell’eredità di quelle due Madri. Ciò cha ha smarrito il PD è proprio “l’eleganza della politica”. Eleganza, cioè perseguire sempre il bene comune, avere il gusto di ascoltarsi, la consapevolezza di quanto siano importanti le relazioni umane, il rispetto, la solidarietà tra le generazioni, la competenza, l’umiltà di imparare ed ascoltare. Avere degli ideali e praticarli. Verificare l’efficacia della propria azione nel rapporto con gli altri, risolvere giorno per giorno i problemi, far vivere una politica popolare che sappia prendersi cura delle persone.
“Prendersi cura” ecco una delle parole del Lingotto pronunciata da Walter Veltroni che è andata del tutto smarrita. Ecco una parola preziosa per fare una politica efficace nel rapporto con le persone e per essere comunità. Ecco una parola preziosa per combattere i populismi. Una parola preziosa per tessere relazioni tra di noi.
Al prendersi cura in questi anni si è sostituito l’ipertrofia dell’io maschile che ha massacrato le relazioni umane, ha fatto perdere di vista la solidarietà tra le generazioni. Ha sostituito la logica dell’apparire a quella dell’essere. La politica si è rinchiusa nei recinti delle istituzioni. Il tempo della politica è stato scandito dalla retorica “per la prima volta dopo vent’anni” mettendo sullo stesso piano destra e sinistra e dimenticando che tane cose dell’oggi erano iniziate durante i governi dell’Ulivo. Questa è la radice del male oscuro che vive il PD. Perché la politica è pensiero, abilità tattica, visione strategica, uso del potere ma è anche e molto “rammendo sociale”, cucitura delle relazioni umane.
Mi spiego anche così il silenzio delle donne in questo dibattito ed in questo scontro.
Ieri Matteo Renzi nella sua relazione ha rivendicato al suo Governo il merito di aver promosso donne in ruoli apicali. Ha ragione. Personalmente l’ho riconosciuto ed apprezzato in tante occasioni. Ho inteso il mio lavoro di questi anni come un passaggio di testimone e sono stata felice di apprezzare il protagonismo delle ministre, le loro competenze, i loro successi, le leggi importanti approvate.
Ma prima del tuo Governo, caro segretario non ci sono stati solo “convegni sulla differenza di genere” ci sono state dure battaglie che hanno visto protagoniste migliaia di donne ottenendo importanti risultati nei loro partiti, gruppi parlamentari, fino ad introdurre la modifica all’art. 51 della Costituzione il principio” A tal fine la Repubblica promuove le pari opportunità tra donne e uomini” (Legge Costituzionale n.1 del 30 maggio 2003).
E’ proprio alle donne che mi rivolgo. Dobbiamo aggredire questo male oscuro che attanaglia Il PD e la politica nel suo insieme.
Dobbiamo essere capaci di andare controcorrente, non farci affascinare noi stesse dall’ipertrofia dell’io, dalla logica del puro apparire. Dobbiamo smetterla di essere “seconde” ai nostri presunti capi. Dobbiamo esercitare la nostra autonomia e costruire un’alleanza tra donne. Dobbiamo imporre con passione e determinazione la superiorità della pratica del “prendersi cura”, del “rammendo sociale”. Solo così salveremo la politica, salveremo la sinistra, salveremo il PD.
Livia Turco
da l’Unità
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