Immigrazione. Ecco il programma del PD
Dieci punti. Da una nuova legge quadro al diritto d’asilo. E’ il programma del Pd sull’immigrazione presentato oggi da Livia Turco, responsabile del Forum Immigrazione del PD insieme a Marco Pacciotti, coordinatore del Forum e a Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani del PD.
Tra le proposte di spicco quella della cittadinanza per la quale si propongono due tipologie:
- per i figli di genitori immigrati residenti in Italia da almeno 5 anni, nati in Italia, riconoscimento della cittadinanza italiana alla nascita su richiesta dei genitori;
- per i bambini giunti in Italia e per quelli, nati in Italia i cui genitori sono in Italia da meno di 5 anni, riconoscimento della cittadinanza italiana, su richiesta dei genitori, al termine del primo ciclo scolastico.
In entrambi i casi al compimento del 18° anno il giovane conferma la sua volontà di essere cittadino italiano.
Per il Pd poi ci sono però una serie di norme immediatamente applicabili:
a) l’abrogazione del reato di immigrazione clandestina;
b) abrogazione della tassa di permesso di soggiorno;
c) il superamento dei CIE per ricondurre l’istituto del trattenimento al limitato e temporaneo scopo dell’identificazione dello straniero;
d) la revisione di una serie di reati-satellite di quello di immigrazione clandestina (si pensi al reato di illegale permanenza sul territorio in caso di mancata ottemperanza all’ordine di espulsione, punito fino a quattro anni di reclusione) o la loro depenalizzazione e sostituzione con sanzioni amministrative, fermi restando i reati connessi al traffico di essere umani ed allo sfruttamento degli immigrati;
e) la revisione dei requisiti per i ricongiungimenti familiari relativi al reddito ed alle misure delle abitazioni, che da strumenti di garanzia per i familiari da ricongiungere si sono trasformati in ostacoli all’esercizio del diritto fondamentale all’unità familiare;
f) la modifica dei termini di durata dei permessi, al fine di rendere più stabile il soggiorno regolare e sottrarre alla precarietà indotta dalla perdita del lavoro, consentendo una maggiore possibilità di nuova ricerca di lavoro;
g) istituire il fondo per le politiche di integrazione.
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