Immigrati, costruire una nuova alleanza
di Livia Turco*
Di seguito l’articolo pubblicato su L’Unità del 16 novembre scorso
L’incolumità dei ragazzi che da 15 giorni sono su una gru a Brescia, è il bene che deve guidare le istituzioni coinvolte in questa vicenda. Per questo, ancora una volta, ci rivolgiamo al prefetto e al questore affinché convincano i ragazzi a scendere. Condanniamo senza esitazione ogni forma di violenza e ci auguriamo che coloro che vogliono bene a quei ragazzi sappiano scegliere le giuste modalità di azione. Non bisogna però eludere il problema, che è quello indicato in modo brutale dal ministro Maroni traendo la conclusione che nulla si può fare e che quei ragazzi devono solo rispettare la legge che non prevede la loro regolarizzazione. Le leggi vanno sempre rispettate. Ma questo non significa chiudere gli occhi quando esse si dimostrano inefficace o addirittura provocano problemi. È il caso della norma sulla regolarizzazione di colf e badanti e non dei lavoratori dell’edilizia, dell’agricoltura e del manifatturiero dove, per colpa della Bossi-Fini e per la chiusura delle quote di ingressi regolari, si è sedimentato molto lavoro nero. Bisogna cambiare subito la norma sulle regolarizzazioni ed estenderla anche a questi settori lavorativi come prevede una nostra proposta di legge. Brescia è solo la spia di un disagio profondo che colpisce i lavoratori e le imprese. Per questo bisogna agire subito. Bisogna utilizzare l’art. 18 della legge sull’immigrazione voluto dal centrosinistra che prevede un permesso di soggiorno umanitario per chi denuncia i propri sfruttatori. Il governo deve prendere atto che le sue norme sull’ingresso per lavoro sono profondamente inefficaci. Ci riferiamo ai 6 mesi di tempo concessi a chi perde il lavoro per trovarne un altro, pena l’espulsione (Bossi-Fini), alla farraginosità per trovare un lavoro attraverso la chiamata nominativa (Bossi-Fini), il blocco dell’ingresso regolare dal 2009 sulla base della parola d’ordine ‘prima gli italiani’ usando così la crisi economica per giocare una partita ideologica sulla pelle dei deboli che penalizza anche le imprese. È noto che gli immigrati sono il grande serbatoio dei lavori più dequalificati e meno pagati che gli italiani non vogliono fare, neanche in tempi di crisi. Regolarizzazione mirata ai settori produttivi con alto tasso di lavoro nero, estensione anche agli immigrati degli ammortizzatori sociali, lotta allo sfruttamento, estensione del tempo per la ricerca di un nuovo lavoro, riapertura dell’ingresso regolare per lavoro: sono questi i punti di una piattaforma per la dignità e la legalità del lavoro, per costruire una alleanza tra immigrati e italiani. Una alleanza per costruire una Italia migliore.
*Presidente forum immigrazione del Pd
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