Immigrati: da Maroni solo scaricabarile e propaganda
Turco: “Il governo presenti il piano nazionale per l’integrazione”
“Di fronte a fatti gravi come quelli accaduti a Rosarno, la politica dovrebbe parlare il linguaggio della responsabilità. E invece anche oggi il ministro Maroni non ha perso l’occasione per continuare a fare propaganda”. Lo ha detto Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera e presidente del Forum sull’immigrazione del Pd durante il dibattito a Montecitorio sull’informative del ministro degl’Interni sui fatti accaduti a Rosarno.
“È inaccettabile – ha proseguito Turco rivolta al ministro Maroni - che sia merito del Governo quando le cose vanno bene e colpa delle Regioni quando vanno male. Cosa hanno fatto gli ispettorati del lavoro e gli altri uffici del ministero del Lavoro per verificare le condizioni dei lavoratori immigrati a Rosarno? Cosa hanno fatto le forze dell’ordine e i prefetti per combattere lavoro nero e caporalato giorno per giorno e non soltanto quando c’è un’emergenza di cui parlano tv e giornali? E a proposito di senso di responsabilità voglio esprimere la mia solidarietà a quella Calabria martoriata che attraverso i suoi cittadini ha costruito esempi egregi di integrazione che lei, ministro, avrebbe dovuto citare. Quelle esperienze sono nate senza i suoi fondi, signor ministro, ma grazie a leggi regionali. Voi in ogni finanziaria avete tagliato i le risorse per le politiche dell’integrazione.
La smetta con la propaganda dunque e passi ai fatti per prosciugare questi bacini di schiavitù; vogliamo fatti contro il caporalato e lo sfruttamento. Non è vero che è già tutto contenuto nella Bossi-Fini. È un fatto l’irregolarità che il governo Berlusconi favorisce con norme farraginose che non consentono neanche l’ingresso regolare per lavoro”.
“Sappiamo quanto è difficile e complessa questa materia perché abbiamo governato – ha concluso l’esponente democratica -. Proprio per questo vi lanciamo una sfida: presentate subito un piano nazionale per l’integrazione che parta dalle situazioni da modificare ma che riguardi tutto il paese, quell’Italia della convivenza di cui non si parla mai. Altrimenti non combatterete la clandestinità e la paura ma continuerete a prendere in giro gli italiani e a lasciare nello sfruttamento i più deboli. Noi saremo accanto all’Italia della solidarietà e dell’integrazione”.
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