Salute dei denti, un diritto in più
di Livia Turco
Pubblicato su L’Unità del 7/04/08
Chiunque può rendersene conto. Un sorriso sano e bello è un indiscutibile indicatore di classe. Perché ancora oggi, nonostante il nostro Paese abbia ormai consolidato un sistema di cure universale e solidaristico, la cura e il benessere dei denti sono solo marginalmente tutelati dal servizio pubblico. E così un bel sorriso, soprattutto ad una certa età, diventa un fattore discriminante. E spesso può sfoggiarlo solo chi può permetterselo, con sacrifici economici a volte anche molto impegnativi. Insomma è un po’ come se i denti e il loro stato di salute fossero assimilati a un problema di salute quasi accessorio, come può essere una calvizie o un difetto estetico del nostro corpo. E non invece a una delle patologie che si possono e si debbono prevenire e che si possono e si debbono curare nell’ambito della sanità pubblica. Per tutti, senza discriminazioni di reddito. Far rientrare la salute dei denti nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) del Ssn è stata quindi per me anche una battaglia di civiltà e di equità. E l’ho condotta su due fronti. Il primo è stato quello di far sì che nella revisione in atto dei livelli di assistenza garantiti dalle Asl, fosse rafforzato quanto già disposto nei vecchi Lea. E cioè la prevenzione primaria per i bambini, l’assistenza gratuita per le fasce più deboli e l’assistenza gratuita per tutte quelle persone affette da malattie gravi che si ripercuotono sulla salute dei denti, come il diabete o l’ipertensione. Il secondo intervento è stato quello di dare il via alla sanità integrativa del Ssn, sbloccando l’istituzione dei Fondi sanitari pubblici e chiarendo bene il paniere delle prestazioni offerte dai vari Enti, Casse e Società di mutuo soccorso no profit che, già oggi, forniscono prestazioni assistenziali integrative a quelle fornite dal Ssn a più di 15 milioni di italiani. Con il decreto che abbiamo varato nei giorni scorsi queste istituzioni saranno infatti obbligate a garantire nel loro listino anche la salute dentale, pena la perdita dei vantaggi fiscali di cui godono. Ma non ci vogliamo fermare qui. Nel programma del PD la cura dei denti diventa un diritto in più da offrire ai nostri cittadini. E lo vogliamo fare, anche in questo caso, agendo su due piani. Intanto rafforzando ulteriormente i Lea del Ssn prevedendo che sia garantita, a tutti i bambini dai 6 anni in poi, la sigillatura della dentatura definitiva per prevenire la carie dentale e per evitare patologie anche gravi in età adulta. E poi dando vita a un vero e proprio “Fondo pubblico per l’odontoiatria”, cui possano aderire i cittadini che non hanno la possibilità di iscriversi ai fondi contrattuali e alle mutue volontarie. Questo fondo, dietro corresponsione da parte del cittadino di un contributo annuo di importo contenuto, metterà a disposizione, tramite convenzioni con i dentisti, un pacchetto di prestazioni adeguato a garantire le principali cure dentarie. Questa proposta è stata ben illustrata da Veltroni lo scorso 1 aprile in una conferenza stampa cui hanno preso parte anche moltissimi esponenti della sanità italiana e delle associazioni di cittadini, che da anni vigilano e intervengono attivamente per spingerci a migliorare sempre di più il nostro sistema sanitario. Una sanità che, due anni fa, all’inizio del mandato di Governo, trovammo allo sbando. Con poche risorse, nessun investimento, una crescita incontrollata della spesa e una conflittualità permanente tra Governo e Regioni sulle politiche e le soluzioni da adottare. Se non fossimo intervenuti con decisione la sanità pubblica italiana avrebbe fatto la fine dell’Alitalia! Oggi il nostro sistema è più solido perché abbiamo ristabilito una cabina di governo comune tra Stato e Regioni e perché abbiamo rifinanziato adeguatamente il sistema. Sia per garantire migliori livelli di cura che per riammodernare ospedali e strutture sanitarie territoriali. E poi aggredendo il deficit cronico della sanità, sottoscrivendo accordi specifici con tutte le Regioni in forte disavanzo e intervenendo sulla qualità della spesa senza tagliare le prestazioni ai cittadini. Il risultato dl questi piani di rientro sarà il pareggio entro il 2010.E i primi risultati già si vedono. Nel 2007 la spesa sanitaria pubblica ha subito un incremento annuo di solo lo 0,9%, contro una media di oltre il 6% registrata in tutto il quinquennio Berlusconiano. E questo pur avendo aumentato le risorse per il Ssn di ben 10,5 miliardi di euro in due anni. È su queste basi solide e concrete, rafforzate dall’impegno per il superamento delle liste d’attesa, per lo sviluppo della medicina territoriale e per il riammodernamento di tutta la rete ospedaliera nel segno della qualità e della sicurezza delle cure, che siamo convinti si possa vincere anche la sfida per dare agli italiani, a tutti gli italiani, il diritto ad un sorriso sano. Sgravando i bilanci delle famiglie di una spesa privata di oltre 15 miliardi di euro l’anno. Un bel sorriso in salute per tutti. Si può fare, si deve fare.
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