Era il 30 luglio scorso. In un’Italia stordita dall’afa e un po’ distratta dalle imminenti ferie estive, insieme ad altri parlamentari del Pd avevamo rivolto un’interpellanza al Presidente del Consiglio, invitandolo a venire in Parlamento per dirimere la nebbia dei sospetti, allusioni e gossip. Dal caso “Noemi” in poi. Fino alle più recenti rivelazioni sui “festini” di Palazzo Grazioli.
Purtroppo a tutt’oggi non abbiamo avuto alcuna risposta.
Per questo vi ripropongo il testo di quell’interpellanza. Giudicate voi della sua attualità:
Interpellanza (30 luglio 2009)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio, per sapere,
premesso che:
- da molti mesi gli italiani e le italiane hanno appreso da servizi fotografici, interviste e dichiarazioni mai smentite che nella villa Certosa in Sardegna e a Palazzo Grazioli a Roma, divenuta peraltro sede di governo, il Presidente del Consiglio era
solito trattenere incontri e feste con giovani donne anche minorenni che ricevevano in cambio denaro e promesse di promozioni professionali, anche nell’ambito della rappresentanza politica come candidate nelle istituzioni;
- numerose testimonianze evidenziano l’esistenza di un sistema di scambio tra relazioni sessuali, denaro, potere che ha il suo epicentro nella figura del Presidente del Consiglio;
- il dovere primario di un Presidente del Consiglio è tutelare le istituzioni come bene pubblico, essere d’esempio nell’applicazione della Costituzione, essere coerente con gli impegni elettorali assunti e trasparente nei comportamenti;
se non ritenga opportuno riferire in Parlamento e chiarire questi fatti per rispondere agli interrogativi che stanno di fronte all’opinione pubblica italiana e di tutto il mondo;
se non ritiene che in questi comportamenti non si ravvisi una violazione dei principi che discendono dagli articoli 2, 3, 51, 54 della Costituzione e la Convenzione Europea per i diritti umani che prevedono il rispetto della dignità della persona ed il
riconoscimento dell’eguaglianza uomo- donna nella sfera pubblica e nelle istituzioni elettive, il dovere di adempiere alle funzioni pubbliche con disciplina ed onore;
se non ritiene di dover pronunciare parole di rispetto e stima nei confronti delle donne per il ruolo rilevante e prezioso che esse svolgono nella famiglia, nella società e nelle istituzioni;
se non ritiene di dover adottare misure e promuovere riforme per garantire che la selezione della classe dirigente del nostro paese ad ogni livello e grado avvenga sulla base della più scrupolosa osservanza del merito, della competenza e della dedizione al bene comune.
Turco L., Amici, Bellanova, Bossa, Calgaro, Cenni, Codurelli, Concia, Coscia, D’Incecco, Froner, Garavini, Ghizzoni, Doris Lo Moro, Lucà, Murer, Pollastrini, Sabina Rossa, Sbrollini, Schirru, Siragusa, Velo, Villecco, Callipari, Zaccaria, Zampa.